domenica 29 gennaio 2012

Benvenuti al Nord: un concentrato di ovvietà e stereotipi intervallato da qualche scena divertente



Dopo vari ...trituramenti di palle per andare a vedere questo film...finalmente ieri ho ceduto e abbiamo visto Benvenuti al Nord.
Il film è il sequel di Benvenuti al Sud, che non ho visto, e che, a questo punto non vedrò mai...visto che il secondo ho fatto fatica a seguirlo.
La trama: un giovane, Mattia, di Castellabate (Campania), dipendente delle Poste Italiane (sarà un caso che il film è prodotto ..dalla Mediaset?...) viene lasciato dalla moglie che lo ritiene troppo immaturo.
Per riconquistarla, comunica ai colleghi di lavoro, di avere fatto domanda a Pordenone e che il trasferimento gli è stato accettato.
Peccato che i colleghi, avendo bevuto la balla, anzichè comunicarlo alla moglie, fanno in modo che il trasferimento anzichè a Pordenone venga fatto REALMENTE a Milano.
Pertanto il giovane Mattia (una caricatura stereotipata del napoletano) è costretto a trasferirsi a Milano, dove abita il suo amico Colombo (anche lui dipendente delle Poste Italiane), che nel primo episodio è stato costretto a trasferirsi al sud proprio nel paese di Mattia .
Inutile dire che l'approccio del giovane con "l'evoluto" nord sarà molto difficile, per di più si trova fagocitato in un progetto della durata di un anno, volto a migliorare l'efficienza delle Poste Italiane.
Ora, già per un campano, che abita in uno sperduto paesello sul mare, il trasferimento nella ben più produttiva struttura postale milanese, è uno choc, se poi l'efficiente struttura è uno degli uffici pilota del progetto che mira a migliorare ancora di più l'efficienza, ho detto tutto.
E da quì la trama si va a fare benedire...il film è un concentrato di ovvietà e stereotipi nord VS sud...che lasciano a dir poco ammutoliti.
Il Colombo viene lasciato dalla moglie e capirà che non si vive di lavoro, mentre Mattia, pur di riconquistare la moglie, inizierà a diventare un esempio di lavoratore del nord modello.
L'Happy end è una ovvietà mostruosa.
Che dire: a parte qualche battuta e scena veramente divertente, il film non ti lascia dentro nulla, anche la comicità proposta è ripetitiva e scontata, ma forse il regista o lo sceneggiatore avevano solo questo in mente.
Diciamo che non è il mio genere di comicità, ma capisco anche  che a qualcuno possa piacere.
Non lo rivedrei se non dopo una buona bottiglia di vino che in qualche modo migliora l'umore.

domenica 15 gennaio 2012

IMMATURI IL VIAGGIO- meglio il primo ma meno peggio di altri sequel

Finalmente arriva il periodo in cui al cinema hai solo l'imbarazzo della scelta su cosa vedere.
Ieri sera il film prescelto è stato "Immaturi, il viaggio" un film di Paolo Genovese.
Chi non ha visto il primo lungometraggio, uscito lo scorso anno, riuscirà a capire  il film solo parzialmente, per cui il mio consiglio è quello di vedere il primo film prima di questo.
La trama è presto fatta: un gruppo di sette quarantenni, che nel primo film dovette rifare l'esame di maturità, si ritrova di nuovo insieme per fare il tanto sognato e mai fatto viaggio della maturità.
E quale posto migliore se non l'isola di Paros in Grecia?
Il gruppo è formato da sette persone (alcune accompagnate dai consorti):
C'è Giorgio, brillante medico, fidanzato con Marta, dalla quale aspetta un figlio, coppia a dir poco bene assortita ed in perfetta sintonia;
c'è Francesca, cuoca con problemi di sesso-dipendenza ed ora felicemente fidanzata ma con la paura folle di ammettere la serietà della relazione;
ci sono Lorenzo (il mammone) e Luisa (ragazza madre), coppia ritrovata alla fine del primo film, in procinto di fare il grande passo della convivenza;
c'è Piero, affermato deejay con la fobia per le relazioni serie e allergico ai sentimenti;
c'è Virgilio, immaturo e appena lasciato dalla moglie, ostico ai cambiamenti;
ed Eleonora, che nel primo film interviene solo marginalmente, che ha scoperto da poco un tumore al seno.
I giovani adulti si ritrovano tutti nell'isoletta, in una casa in affitto, e ciascuno di loro, dovrà fare i conti con i lati oscuri delle proprie relazioni o del proprio carattere.
Giorgio cederà alle avances di una avvenente spagnola, capendo che anche lui è un "uomo" con le sue debolezze, Francesca si renderà conto che il viaggio con i compagni non ha lo stesso sapore di quello che avrebbe avuto vent'anni prima, Lorenzo (che chiederà a Luisa di sposarlo), resisterà alla tentazione a cui non ha resistito Giorgio, Piero si invaghirà di una ragazza che si comporta esattamente come lui e Virgilio inizierà per caso uno scambio si sms con una perfetta sconosciuta che arriverà (forse) il giorno prima della loro partenza, per conoscerlo. Ovviamente la sorpresa è dietro l'angolo. Ed Eleonora che si scoprirà come musa ispiratrice di Virgilio nella conquista della sconosciuta virtuale, e allo stesso tempo nascerà in lei un sentimento forte verso Virgilio, anche qui la sorpresa arriva alla fine.
Di fatto il film è un incrocio di vite, con una struttura ben diversa dal primo film, anche se l'ovvietà di alcune scene rasenta il ridicolo e lo stucchevole.
Si cerca di fare un'analisi psicologica dei personaggi in modo sommario e scontato, alcune scene comunque sono molto divertenti e consentono di prendere il film per ciò che è: un bel modo di passare due orette lontani dai pensieri quotidiani.
Decisamente meglio il primo (se non altro per l'originalità della trama), anche se come sequel ne ho visti di molto peggiori.
Non so se ci sia già in streming, per cui consiglio di andare a vederlo al cinema.