venerdì 12 luglio 2019

Avalee: 6 anni dopo: she's back

oh beh, non pensavo di avere ancora l'accesso!
Ma visto che Mr google è stato cosi gentile da mantenermi il profilo, sento che è ora di riprendere dove ci eravamo lasciati.
In realtà, considerando che non mi caga nessuno  scriverò per me stessa, che, voglio dire, è già tanto!
Sei anni fa ero: sposata, in cerca di affetto, vegetariana e profondamente infelice. Oggi sono: onnivora, non sposata, non più desiderosa di affetto e verso la via per la felicità.
In realtà se un fottutissimo scemo tedesco non si fosse comportato da bambino di due anni, probabilmente sarei anche felice, ma diciamo che sto benone (ma di questo parlerò un'altra volta).
Ho scoperto chi è veramente Carla, apprezzo che Carla stia benissimo da sola, sia in grado di scegliere con chi passare il tempo, e adoro il fatto che anche passando la maggior parte del tempo con se stessa, sta da DIO!
Manca Babbo che ormai ci ha lasciati nel 2015, manca la serietà che si presume esser presente data l'età, mancano i figli, ma forse è stato un bene. Rimangono, più forti che mai i Depeche mode, il miei gatti e io, perchè dopotutto sono sempre stata io, anche se fino al 2015 mi nascondevo dietro cazzate.
Tutto il resto del passato, bhe, tutto il resto è come se fosse un sogno chiuso in un cassetto della mia mente.
Posso dire che sto bene, ho un lavoro che amo, ho amici che amo, nipoti che amo, la mia mamma che amo, mi manca una persona da amare incondizionatamente, ma per ora me stessa è più che sufficiente.
Non so neanche io come sono riuscita ad essere ciò che sono ora, ma sono felice, nonostante la sofferenza, le difficoltà e le porte in faccia che ho ricevuto in questi anni.
Manchi tu, meine Liebe, ma si sa, più cerchi persone uguali a te, più ha possibilità di soffrire. Si sa, è una scommessa!
Ho in mente questa canzone oggi, anche se per me sarebbe "vorrei fosse lunedì" di un particolare giorno (anzi notte) del 2018.
https://www.youtube.com/watch?v=wnPwx1hbneU
Enjoy and see you soon!
Av@lee




venerdì 1 marzo 2013

Pane e tulipani, una tenerissima commedia sul tornare a vivere



Eccoci quì.
Visto il lungo e uggioso pomeriggio libero, ho deciso finalmente di scaricare la filmografia di Silvio Soldini, che con il film "Cosa voglio di più", mi ha letteralmente rapito nell'analisi della realtà moderna.
Torrent ha voluto che il primo film a terminare il download fosse "Pane e Tulipani" del 1999, che secondo le recensioni rimane quello più popolare.
La trama.
Rosalba (Licia Maglietta) è una insciattita casalinga della provincia abruzzese, con chiare origini campane, madre di due figli adolescenti e moglie di Mimmo, uomo gretto e borghesuccio, titolare di una ditta di idraulica.
Tutto inizia al rientro da una gita a Paestum in autobus, dove la povera Rosalba viene dimenticata in autogrill.
In barba alle raccomandazioni del marito di rimanere lì fino a che non fossero tornati indietro con l'autobus, decide di intraprendere il viaggio verso casa in autostop.
In autogrill incontra una signora molto eccentrica con la quale inizia il viaggio che terminerà a Venezia.
L'ultima persona con cui sale in macchina è diretta proprio a Venezia e Rosalba, prendendosi un giorno di libertà dalla routine quotidiana, decide di seguirlo per visitare una città rimasta sempre tra i suoi desideri e mai vista fino ad allora.
La prima notte a Venezia la passa in una locanda che definire squallida è riduttivo.
La prima cena la consumerà invece in un'osteria che le permetterà di conoscere Fernando (Bruno Ganz), cameriere di origini islandesi, forbito nel linguaggio e molto gentile, che passa i momenti morti nel ristorante a leggere.
L'indomani Rosalba perde il treno ed è costretta pertanto a passare un'altra notte a Venezia, stavolta senza sistemazione visto che la pensione della sera prima ha chiuso.
Pertanto, tornando nella stessa osteria, chiede consiglio a Fernando, che si offre di ospitarla a casa sua, e la donna subito accetta, visto anche le poche lire rimaste, che non le avrebbero consentito migliore sistemazione.
Il giorno dopo, quello della nuova partenza, Rosalba inizia a capire che forse le piace stare lì e che è ora di prendersi un pò di tempo per lei e riassaporare le sensazioni che la mediocre vita fatta di routine le ha tolto con il tempo.
Trova lavoro come aiutante in un negozio di fiori, gestito da Fermo un anziano bisbetico anarchico che rimane subito colpito dai modi gentili di Rosalba.
La convivenza con Fernando intanto prosegue, e presto Rosalba diventa amica anche di  Grazia (Marina Massironi), estetista e massaggiatrice con cui si instaurerà un forte legame affettivo.
La vita prosegue serenamente per Rosalba, che pian piano si inizia a riappropriare di se stessa, e tra lei e il maturo Fernando si fa sempre più forte il legame, fatto di piccoli gesti quotidiani, come lui che le lascia pronta la colazione e lei che ogni sera porta fiori freschi.
Più giù geograficamente, il marito, Mimmo, non si capacita della "vacanza" della moglie e assume un giovane disoccupato per trovarla, Costantino, interpretato da Battiston (tanto di cappello a questo attore, conosciuto proprio con "Cosa voglio di più").
Costantino riesce a trovare Rosalba ma trova anche la sua anima gemella, in Grazia, e pertanto decide di rinunciare al suo ingrato compito e rimanere a Venezia.
Chi riuscirà invece a riportare Rosalba a casa è invece l'amante di Mimmo (nonché amica di famiglia), stanca di essere diventata anche altro oltre l'amante (mitica la scena in cui lui chiede a lei "non è che mi stireresti qualche camicia?", e lei "io sono la tua amante non tua moglie", la frase delinea bene il ruolo delle mogli/ compagne nel mondo attuale e questo film rispecchia molto la realtà secondo me).
Ecco allora che Rosalba torna alla sua routine, fatta di assoluto piattume. Rientra nella sua gabbia dorata per tornare a ricoprire il ruolo che le spetta.
Fino a che Fernando, sobillato da Grazia e Costantino, non decide finalmente di dichiararle il suo amore e per farlo, intraprende un lungo viaggio verso Pescara e con un mazzo di fiori in mano, e, nel mezzo di un parcheggio del centro commerciale, dice a Rosalba di amarla, nel suo stile fantasticamente romantico di altri tempi, e quì il momento commozione prende il sopravvento e mi è scesa la lacrimuccia.
Il film si chiude nella bellissima Venezia, Rosalba che accompagna con la fisarmonica Bruno, e infine, al termine di un bellissimo giro di tango, finalmente il bacio, che termina degnamente il film.
Che dire...il film è davvero bello, poco avvezzo alle banalità, poco italiano per l'argomento trattato e per il tipo di amore che viene descritto, e alla fine la nostra protagonista prende la decisione più difficile ma quella che la rende finalmente felice, tornare a Venezia.
Non tutti potranno comprendere il film, il finale ha un happy end, ma è molto fuori dagli schemi del italiotto medio, però rispecchia bene ciò che dovrebbe essere sempre: non rinunciare mai a mettersi in discussione e che le scelte azzardate spesso sono le più complicate ma non sono mai un errore anche se spesso sono le più ardue da perseguire.
La vita non è mai facile o banale, ma a volte, prendere decisioni non standard, permette di ritrovare la vera essenza della vita e cioè essere liberi di essere se stessi e uscire dalla gabbia delle consuetudini emotive socialmente accettate in cui spesso ci si rinchiude per paura o paradossalmente perché è più semplice cosi.
Beh, da cinefila emotiva e molto molto alternativa, sentimentalmente parlando, questo è un film che consiglio vivamente (anche se il mio cuore rimane a "Cosa voglio di più") e confermo in Silvio Soldini uno dei registi che meglio riescono ad entrare nelle dinamiche emotive umane dei nostri giorni senza cadere nella banalità o nei cliché preimpostati e banalmente avvilenti.
Alla prossima (spero presto!)





sabato 15 settembre 2012

il piccolo mondo delle formiche "Umane"

Riflettevo sull'andamento della vita di un "uomo normale".
Pensiamoci bene.
Tu nasci e già, se sei maschio ti vestono di azzurro mentre se sei femmina ti mettono addosso pizzi e merletti rosa...che sembri un confetto neanche troppo invitante da mangiare!
I primi mesi ti sembra tutto meraviglioso...caghi, pisci e succhi latte a volontà da una donna che ti guarda con occhi incantati (non sempre, ma spesso lo è) e che ti fa strani versi a cui tu, emerito ignorante di questa lingua sconosciuta, dovresti pure replicare con versi altrettanto stupidi e senza senso.
Ma va bene cosi.
Ad un certo punto, sempre quella amabile persona che genericamente chiameremo "madre" inizia a farti assaggiare pappette strane che nel più ottimistico dei casi sono fatte della carcassa di  un non meglio specificato animale morto.
E tu le mangi e ti stai pure zitto perchè pensi: se me le da vuol dire che mi fa bene e mi farà diventare un ometto forte e sano...si..si...
Entro l'anno iniziano a farti punture strane e a farti ingurgitare pozioni per via orale (per il tuo bene dicono), che alla fine e  vai che viene, il tuo sistema immunitario inizia a dirti: oh bello...ma se prendi tutte ste cose io a che cazzo servo?. E anche lui si ritira a vita privata ed è lì che inizia la dipendenza dai farmaci...
Più avanti con gli anni, se sei femmina ti comprano le bambole e continuano a vestirti con questi cazzo di colori pastello, mentre se sei maschio ti comprano i trenini, le macchinette e iniziano a darti pacche sulle spalle..perchè TU sei maschio...
Poi inizia la fase dell'apprendimento convenzionale, la scuola elementare, la scuola media, per alcuni le superiori, per pochi altri l'Università e qualche altro fortunato anche Master, dottorati ecc (ma quelle sono le menti "eccelse" della nostra società malata). Senza titoli non vali un benemerito nulla e tu ti convinci che sia vero, che se non hai la macchina figa, se non vai in vacanza una volta all'anno almeno, se il sabato non vai a mangiare fuori...che cosa vivi a fare?
Nel mentre che studi ti fidanzi, cambi più volte fidanzata fino a che arrivi  troppo vecchio per avere voglia di ricambiare e quindi l'ultima, la più s-fortunata, sarà quella con cui se ti va bene ci passerai la vita, se ti va male, ti scannerai per una manciata di euro o due corna, dopo qualche anno di matrimonio.
Bella la vita eh?
Sul piano sessuale, da bambino, verso i dieci anni, mentre tu esplori le parti sottobasso per capire che sta succedendo  là sotto che esula dal tuo controllo, iniziano i primi pesanti condizionamenti sul NON TI DEVI MASTURBARE.
Nel migliore dei casi ti becchi uno schiaffo se uno dei tuoi genitori ti cucca in atteggiamenti per cosi dire "poco consoni", nel peggiore scatta la minaccia del "diventi cieco" se continui (questa ad onor del vero è una prerogativa della religione cattolica, ad ognuno le sue medaglie). Ma lui c'è e diventa sempre più forte...e tu pensi ma non è una bella cosa...ed ecco quà come per magia che il conflitto provoca spesso forme più o meno forti di sensi di colpa che ti porterai dietro per il resto della tua vita terrena.
Ora,io che sono miope come una talpa....dovrei avere fatto solo quello per circa quindici anni per essermi ridotta in questo stato!!!
Da adolescente  poi, succede normalmente una cosa:
- se sei donna non la devi dare sennò sei una zoccola (almeno fino ai 25 anni); esplorazione sessuale= troia
- se sei uomo da quando hai 15 anni ti dicono: ma lo hai fatto? quante te ne sei fatto? ma sei veramente bravo...e via che continuano le pacche di incoraggiamento sulle spalle; esplorazione sessuale= mandrillo che ci sa fare.
Da adulto il sesso può essere  suddiviso in due categorie:
- quello che fai con il marito/compagno/moglie/compagna;
-quello che fai con l'amante.
Difficilmente l'inquadramento sociale ti permette di pretendere un certo tipo di sesso dalla tua compagna...a meno che non sia lei a proportelo...ma a volte pare brutto che il marito possa dire si a certe cose perchè torniamo al "non sei una zoccola quindi certe cose non vanno fatte".
E mai, dico MAI provare a mischiare le due figure....perchè potrebbe essere molto pericoloso....
Eh va bè (2) è la nostra società, un modello di vita di esempio lo dovrà pure inculcare a noi poveri reietti privi di quasiasi autoconsapevolezza e autocontrollo.
E quindi arrivi alla fine della vita che si, avrai pure una caterva di nipoti che ogni tanto vengono a trovarti per spillarti soldi o dolci, avrai pure una persona accanto che chiami compagno ma che magari ti giri nel letto e ci sono momenti in cui ti chiedi: ma chi è questa, ma tutto ciò non ti impedirà di sentirti dannatamente solo....perchè il tuo vero Io lo hai sfanculato decenni fa quando hai deciso che volevi integrarti in questa società di merda.
E quello è scappato, mica aspetta te, e notizia importante, difficilmente torna indietro, visto che anni di condizionamenti esterni lo hanno relegato  in una prigione senza finestre ne sbarre in qualche recondito anfratto del tuo ipotalamo, privato del cibo e dell'acqua e ormai ridotto in cenere...
Ti guarderai indietro e penserai che bravo lavoratore che sono stato, che bravo marito e che padre integgerrimo....ma sei tu o la proiezione di ciò che la società vuole da te?
No, perchè pensiamoci, chi di noi vive secondo ciò che è veramente e quanti invece sono ciò che la società vuole che siano?
Ci sono i rivoluzionari, quelli che io (rubo da Coelho) definisco i guerrieri della luce, che sanno quale è la loro strada e seppure con mille difficoltà cercano di metterla in pratica...ma si sa, la psicoterapia costa e purtroppo non tutti se lo possono permettere...
Ma allora perchè a sei anni anzichè chiederti se vuoi i cereali o i biscotti a colazione non ci chiedono cosa vogliamo a colazione e accettano qualsiasi risposta gli si venga data?
Altrimenti non è una scelta libera ma è una scelta per esclusione...e fidatevi che le scelte per esclusione non sono mai portatrici di felicità.

La cosa che più mi sciocca è come però riescano a orientare perfino il tuo lato emotivo, quello che per definizione, non dovrebbe avere regole.
Ti fanno credere che i sentimenti sono qualcosa che solo i ragazzini dovrebbero avere, che quando diventi adulto sono altre le cose importanti...
E quali sono le cose importanti?
Parlare di cosa farò nelle prossime vacanze? se è il caso di ridipingere casa o meno? ti piace più quella maglia o quel pantalone? come educare i figli, sicuramente questo è importante, ma non sarebbe forse più importante dare un modello di famiglia in cui i sentimenti siano al primo posto e non: hai fatto la spesa oggi?
Ne conosco veramente poche di coppie che si "amano" e vi assicuro che la differenza con le altre si vede.
E perchè, se tutto cambia e tutto si modifica, le uniche cose dovrebbero rimanere invariate sono i rapporti familiari e i sentimenti?
Nulla è definitivo, se dura ben venga, sennò amen, pace, ognuno va per la sua strada...non finirà il mondo per questo...
Riescono a farti credere che se non metti mai in discussione nulla allora sei un perfetto esempio di soggetto integrato nella società e tutti ti fanno i complimenti per "che cittadino e padre/marito perfetto tu sia".
Poi chiediamoci perchè tanta gente o sclera o prende antidepressivi...e sempre più persone  quando le vedi ti viene la tristezza  solo a dirgli ciao...ti arriva questo maestrale di energie negative che solo se hai lo scudo di protezione dell'Enterprise riesci a non assorbirle.
E allora io mi chiedo MA PER COSA?
A che fine dobbiamo vivere e sentire le cose come formiche, solo per  poter essere catalogati come persone sane di mente ed accettate da una società non sana?
A quel punto meglio rinascere formica...almeno loro un obiettivo lo hanno...quello di accantonare il cibo per non morire di fame d'Inverno.
Noi quali obiettivi abbiamo? sopravvivere alla meno peggio?
Pensiamo, anzi, pensano (perchè quà io me ne tiro fuori alla grande) tutti che se non hai un lavoro o non porti soldi a casa non vali niente, che se non hai una famiglia, due figli, una bella casetta con giardino o se non vai in chiesa tutte le domeniche non sei un gran bell'esempio da seguire.
Ma che cavolo il mio sogno è di andarmene in centro america e vivere in una capanna facendo cappuccini in un bar per stranieri e allegramente ridere di loro e della loro felice infelicità!!!
Ti fanno credere che non è importante se non sei felice, tanto nessuno lo è, tutti si accontentano...
Questa è la cosa che mi fa più triste.
Vorrei un mondo dove le regole esistessero ma si limitassero alla gestione ordinaria dell'individuo, e non che il controllo arrivi fino a indurti come, quando e quanto devi sentire emotivamente.
E che la nostra società del cazzo insegnasse alle persone come raggiungere la felicità, ma so che sarebbe controproducente per troppe organizzazioni e multinazionali!
Vorrei che ci insegnassero ad amare incondizionatamente come fanno i bambini, ad essere felici del solo fatto che la mattina possiamo alzarci senza alcun aiuto, odorare il profumo del caffè, vedere l'alba che sorge, ringraziare perchè abbiamo un'altra giornata davanti per essere felici.

Mi fa tristezza vedere persone che hanno davanti la porta del cambiamento e non la aprono perchè non hanno la libertà di poterlo fare, perchè il loro cervello è programmato per "accontentarsi di quello che già c'è".
Ma penso anche che siano scelte e come tali vadano rispettate.
Poi accade che  quando sulla loro strada incontrano un guerriero della Luce che gli fa vedere come è diversa la  vita dall'altra parte e come lo sarebbe la sua  se solo varcasse quella soglia, allora tutto il loro piccolo mondo fatto di niente si sgretola ed entrano in crisi. E allora il guerriero della luce rinuncia al suo orgoglio e si ferma un attimo nel suo cammino e gli porge la mano e lo sostiene. Gli mostra come sarebbe la sua vita e lo invita a seguirlo. Non tutti però hanno il coraggio di rialzarsi, pulirsi dalla polvere e camminare affianco a Lui.
Non penso di cambiare il mondo ne di essere molto diversa dalla maggior parte dei soggetti che che stanno al di quà della porta, ma so anche che se una cosa non mi fa stare bene la cambio, che la mia strada è scalare la montagna che mi porta alla felicità, anche se durante il cammino ci saranno molte prove da superare e che proverò molta sofferenza.
E so anche che non voglio girarmi e guardarmi indietro quando sarò anziana e pensare che ho vissuto per nulla di ciò che ero io. Questo no.
Il guerriero della luce ha pazienza, studia le situazioni e quando sa di poter combattere allora entra in battaglia.
Sono io, è la mia testa ed è il mio cuore e a me basta, e se questo vuol dire rimanere bambini ben venga, non voglio diventare adulta :)!!!!
Il mio mondo migliore è iniziato tre anni fa e sicuramente, anche se ora la salita si fa più impervia e i sandali iniziano a consumarsi, continuerò a guardare la cima della montagna, sempre e comunque.


domenica 27 maggio 2012

L'Anima di Sara: Prologo (primo capitolo di un esperimento work in progress a puntate)

Cagliari, 16 Luglio 2011
Erano le 7,30 del mattino e l'aria era già cosi carica di umidità da non fare presagire nulla di buono per la giornata.
Era esattamente un mese che quella cappa di caldo non abbandonava la città, pensò Sara, il che rendeva alquanto complicata qualsiasi scelta sull'abbigliamento per quel giorno che doveva essere cosi speciale per la sua famiglia.
Lo squillo improvviso del telefono la fece sussultare, intenta come era  a pensare a cosa indossare per l'occasione.
Sorrise.
"Pronto?"
"Sara, ciao sono mamma, volevo dirti che passiamo da casa tua prima di andare in Chiesa, tuo padre vorrebbe vedere come ti sei sistemata e cosi ci cambiamo direttamente da te. Con questo caldo altrimenti arriveremo già sudati"
Mio padre cosa? lo stesso uomo che dopo la separazione a malapena le rivolgeva la parola? lo stesso padre che trovava ogni scusa per ricordarle quale errore madornale avesse fatto, decidendo di riprendersi la libertà a scapito di un matrimonio "socialmente senza difetti"?
Si, proprio lui, e sembrava intenzionato a deporre l'ascia di guerra, o forse, pensò, sarebbe stato l'ennesimo pretesto per ricordarle di come era caduta in basso, e di quanto squallido fosse quel minuscolo bilocale in affitto nel cuore della Marina.
Sorrise di nuovo, in fondo non le importava poi tanto.
"Si va bene, tanto sono a casa, vi aspetto, a dopo".
Suo padre, la sua famiglia, i suoi fratelli, le sue zie e i cugini. Per la prima volta andava ad una ricorrenza cosi importante da sola. Pensò che avrebbe dovuto fare finta di non vedere gli sguardi compassionevoli dei fratelli, lo sguardo sconsolato della madre e quello giudicatore del padre. Avrebbe dovuto glissare gentilmente le insistenti domande delle zie e le pacche sulle spalle di (forse) incoraggiamento dei cugini.
Finalmente però per la prima volta dopo cinque anni non avrebbe dovuto fingere niente altro e questo la rasserenò. 
Era la prima volta che "rientrava" in famiglia dopo la separazione e tutto ciò le creava notevole ansia.
Passerà anche oggi pensò, devi solo sorridere, sorridere e sorridere!
"Tesoro mio, ma chi era al telefono?" gridò una voce roca dal cuore della camera da letto.
"Mamma, ha detto che passa prima di andare al battesimo di Matilde, non penso tarderanno ad arrivare, amore mio credo tu debba andare purtroppo" gli sussurrò accarezzandogli dolcemente la testa e tenendogli il volto tra le mani come faceva sempre dopo la notte passata assieme.
Era il suo Federico pensò.
"sei di  turno stanotte?" le disse lui mentre a fatica cercava di alzarsi da quel lento risveglio. Si stiracchiò e lentamente a tentoni cercò la strada verso il bagno
"si dalle dieci" rispose lei mentre lo seguiva in bagno per iniziare quella lunghissima giornata.
"e sai che ti dico, non vedo l'ora che siano le dieci di sera, cosi che tutto sia finito" gli rispose guardandolo dallo specchio mentre era intento ad insaponarsi .
Senza neanche accorgersene, Sara si trovò a fissarne il  corpo e a seguirne le mani, intente a ripulirsi dal sapone.
Lo trovava cosi eccitante, nonostante i 45 anni. I capelli mossi corti, rossicci ormai brizzolati, il fisico longilineo non tanto alto e quegli occhi nocciola cosi intensi, contornati da tante piccole rughe che ne facevano scoprire l'età invece ben celata  dal corpo statuario di uno sportivo.
E mentre lo osservava ripensò a quando glielo presentarono: "Dott. Spaziani, lei è la capo infermiera Desole" disse con tono autoritario il primario.
 "Il dott. Spaziani è uno stimato neurologo del Gemelli, cerchiamo di non fargli rimpiangere di aver scelto il nostro ospedale, intesi?" concluse le presentazioni strizzandole l'occhio in tono molto confidenziale.
Sara sorrise ancora senza accorgersene.
"Streghetta che hai da sorridere?" le sussurrò nell'orecchio lui, cingendola da dietro e baciandone la spalla nuda.
"Niente, lo sai che amo guardarti" e appoggiò la testa sulle sue mani che stringevano le spalle.
Non dovrebbe esser cosi la domenica mattina, pensò Sara in quello stato di semi estasi.
Saremmo dovuti rimanere sotto le coperte, fare l'amore, parlare e ridere come tutte le altre coppie, ma sapeva bene che entrambi avevano impegni inderogabili e a cui non si potevano addurre ulteriori giustificazioni di orario.
"ci vediamo dopo?" gli  disse lui, mentre le dava un ultimo bacio sulle labbra.
"si" rispose lei anche se ben sapeva che il vedersi più tardi non avrebbe implicato niente altro che una lunga agonia per il non poter stare assieme.
"sei il mio tesoro, ti amo" disse lui.
 Sara sorrise, le poggiò la testa sulla spalla e non disse niente indicandogli l'uscio, e mentre Federico apriva la porta di ingresso lei abbassò la mano e gli diede una sonora pacca sul sedere.
Era il loro modo di dirsi arrivederci. 
Era anche per quello che lui diceva di amarla tanto.





domenica 11 marzo 2012

Posti in piedi in Paradiso: consigliato con riserva



Finalmente dopo due interminabili settimane di astinenza da cinema....sono riuscita ad andare a vedere il film che assieme a "come è bello fare l'amore" mi incuriosiva di più: Posti in piedi in Paradiso, di e con Carlo Verdone.
Il paragone è improponibile con il film citato in precedenza: hanno strutture molto diverse e si percepisce chiaramente il sarcasmo noir di Verdone a differenza della più volutamente leggera trama di "come è bello far l'amore".
La trama: tre divorziati/separati, tutti con rapporti complicati con le rispettive famiglie e con carriere lavorative decadenti, decidono di andare a vivere in un "accogliente e silenzioso" trilocale nella periferia romana, al fine di contenere le spese, divenute ormai insostenibili.
Ulisse (Carlo Verdone) è un discografico decaduto in seguito ad alcune produzioni discografiche sbagliate, ed ora vende vinili, con parecchia difficoltà. Padre di una quasi maggiorenne che vive a Parigi con la madre;
Fulvio (Pierfrancesco Favino), importante ex cronista e giornalista, a seguito della storia (tra l'altro mai realmente consumata) con la moglie del suo capo, perde in un solo colpo matrimonio e carriera. Scrive di cronaca rosa locale.
Domenico (Marco Giallini), agente immobiliare, in piena crisi finanziaria per via dei debiti da gioco, con la passione per le storie extraconiugali e che, per arrotondare "intrattiene" come escort,  donne over 60, non con poche difficoltà.
I tre hanno caratteri diametralmente opposti ma hanno una vita accomunata dall'immaturità, dalle difficoltà economiche persistenti...e soprattutto tutti e tre sono inesorabilmente soli.
La vita da coinquilini procede con non poche difficoltà, fino a quando Domenico, in preda ad una overdose di Viagra, ha una crisi ipotensiva.
E in questo frangente entra in scena Gloria (Micaela Ramazzotti), cardiologa non troppo equilibrata mentalmente e con enormi carenze di affetto.
Da questo punto in poi la trama si sviluppa in un crescendo di situazioni esilaranti che si concatenano le une con le altre.
Gloria e Ulisse iniziano una strana relazione, Fulvio è preda di una starlette di basso livello e Domenico  beh...Domenico tenterà di recuperare il rapporto con il figlio.
Ben presto i tre protagonisti dovranno fare i conti con il loro passato e affrontare il loro futuro...ma ciò alla fine porterà a tutti, pur non senza problemi, lo scontatissimo happy end.
Che dirvi, è una commedia sicuramente piacevole in cui i personaggi coatti di Verdone, pur essendo presenti, sono meno marcati, e soprattutto sono rappresentati anche dagli altri due protagonisti.
Non mi aspettavo molto da questo film, è divertente, la trama però è inesistente e il finale pacchianamente scontato, ma ho visto film peggiori.
Tornando indietro non lo consiglierei da vedere al cinema, ma per una serata a casa di fronte alla tv non è male.
Una bella rivelazione Micaela Ramazzotti che bene si è calata nei panni della nevrastenica cardiologa in crisi di affettività.
Consigliato con riserva.
Alla prossima :)!!!!!


sabato 25 febbraio 2012

Quasi amici: una bella favola "vera" sui moderni intoccabili



Stasera sono andata al cinema con tante grandi aspettative...e devo ammettere che non sono rimasta delusa, anzi, sinceramente, questo film ha superato perfino le mie migliori previsioni di gradimento.
"Quasi amici" è un film francese, di due registi a me completamente sconosciuti: Eric Toledano e  Olivier Nakache.
La trama è molto semplice e a suo modo straordinaria: l'incontro tra due persone, entrambe, ciascuna a suo modo, considerata "moderna intoccabile": il ricco, aristocratico e tetraplegico Philippe,  e il giovane nero proveniente dalla periferia malfamata parigina, Driss.
In effetti il giovane Driss si presenta al colloquio di lavoro per un posto da badante, solo per avere una firma, ed ottenere il rinnovo alla disoccupazione.
I modi molto diretti e per nulla impietositi dalla situazione, convincono invece Philippe ad assumerlo.
Questa scelta influenzerà e cambierà in modo irreversibile i loro destini ed arricchirà le loro vite, la cui unica caratteristica in comune parrebbe essere la solitudine, emotiva per Philippe, e sociale per Driss.
Il primo periodo di convivenza non è dei più facili: Driss non è abituato a fare da badante mentre Philippe al contrario, sembra apprezzare non poco la rudezza del giovane, per nulla preoccupato del grosso handicap fisico del suo datore di lavoro.
La convivenza diviene di giorno in giorno più intensa e il rapporto ben presto si trasforma di fatto in una bella amicizia.
Philippe intrattiene una bella corrispondenza con una donna e Driss riesce a convincerlo ad incontrarla,   finalmente, e a rivelarle il suo handicap (l'incontro non avverrà). Dal canto suo Philippe insegna a Driss la cultura letteraria, artistica e musicale, facendo venire fuori la vena artistica da pittore del secondo.
La convivenza va avanti  in una evoluzione e  uno scambio continuo e divertentissimo tra due culture, etnie e vissuti completamente e diametralmente opposti e una condivisione totale di esperienze tra i due.
Fino a quando il nipote di Driss, un quindicenne, si mette nei guai con lo spaccio di droga, ed è a questo punto che Philippe capisce che deve lasciare andare Driss, perchè la sua vita non può essere eternamente quella del badante.
E cosi i due si salutano, ma mentre Driss riacquista il posto nella società che aveva abbandonato,  Philippe non riesce a rassegnarsi all'addio del giovane. 
Beh, considerando che inetto è stato assunto al suo posto, penso verrebbe la depressione anche a me :)!
I due si rincontreranno e Driss farà ritrovare a Philippe la gioia di vivere, con una gradita e inaspettata sorpresa che ovviamente non svelerò, ma che farà scendere qualche lacrimuccia nei cuori (me compresa) dei più sensibili.
Dimenticavo, il film è tratto da una storia vera, che a questo punto approfondirò per la troppa curiosità, e per LE amanti del genere...l'attore che interpreta Driss..è un gran pezzo di uomo...veramente ma veramente carino :)!!!!
Che dire: ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO sia per il tema, trattato sempre senza pietismo inutile, sia perchè è una storia vera, e ciò mi fa  sperare che le favole esistono ancora, per fortuna!!!
Alla prossima cinenauti!!!!

sabato 11 febbraio 2012

Come è bello far l'amore: la mancanza di sesso (come argomento serio) in versione comica

Il film di oggi me lo ero appuntato "DA VEDERE" in agenda da un mese circa...e al secondo giorno di programmazione...eccomi quà a vederlo con la versione 3D. Ebbene si, ormai anche le commedie stanno optando per il 3D anche se non ne vedo la finalità...visto che non lo arricchisce assolutamente....

Il regista è Brizzi.
La trama: Andrea e Giulia sono una coppia sposata da parecchi anni, con un figlio adolescente.
La loro vita procede nel piattume più completo e nell'assenza quasi totale di sesso.
Questo fino a quando nella loro vita non arriva Max un caro amico dell'adolescenza di Giulia...che di mestiere fa il pornostar (un meraviglioso incrocio tra Rocco Siffredi e Franco Trentalance).
Andrea in un impeto di gentilezza e soprattutto ignaro di che lavoro faccia l'amico della moglie, si offre di ospitarlo nella mansarda della loro villa per l'intero mese che "l'attore" si tratterrà in Italia.
Dal momento in cui l'attraente Max varcherà la soglia di quella casa sarà un turbinio di situazioni  tanto comiche quanto  improbabili e tutte ovviamente basate sul sesso, anche se trattate  sempre in maniera non  volgare ne tanto meno scurrile.
Max si rende conto ben presto della mancanza assoluta di intimità sessuale tra i due e cerca di dargli dei consigli su come migliorare il rapporto di coppia, ma le cose tra i due non sembrano funzionare...
Questo fino  all'inaugurazione del locale di Max....in cui Giulia si diletta in uno fantastico spettacolo di burlesque..facendo andare su tutte le furie Andrea.
A questo punto  i due coniugi in preda alla rabbia reciproca accettano la sfida di restare single per quella notte e si ritroveranno nel bel mezzo di una  situazione molto particolare...che li porterà a credere che il loro matrimonio sia finito.
Dimenticavo di specificare che nel film si sviluppano due situazioni in parallelo alla storia della coppia: c'è il figlio dei due, innamorato della sua migliore amica e ovviamente non ricambiato e una coppia di amici ..che nonostante felicemente neo divorziati..continuano a fare allegramente  sesso tra di loro (spesso il divorzio concilia anche questo aspetto :-) )....
Il finale del film è ovviamente scontato e un pò troppo falsamente edulcorato per i  miei gusti cinici; nella realtà ben poche coppie superano la mancanza di sesso nel rapporto..ma, quando la moglie si chiama Claudia Gerini (veramente splendida e divertente in questo ruolo)...anche un Fabio de Luigi (nel ruolo di un amabile inetto sessualmente bloccato) alla fine si scioglierà....
Che dire: a me il film è piaciuto...ovviamente la trama è pressochè nulla...molto simile ad un encefalogramma piatto, ma il regista riprende con meravigliosa comicità uno dei problemi più difficili per le coppie, senza avere la pretesa di dare indicazioni o strade da seguire ma semplicemente  con molta leggerezza e ironia.
Da citare assolutamente i seguenti camei:
- il prologo con Margherita Buy (che uno si domanda...ma non è che ho sbagliato film?);
- una delle battute più meravigliosamente brillanti del film, pronunciata dalla Wurth che nel film interpreta una pornostar: "eh ma come sei stressoso, vuoi che ti faccia un pompino?";
- la canzone di chiusura..di Patty Pravo...che corona due ore di film veramente divertenti.

Il film è da vedere sia che siate dei perbenisti del c...o sia che siate più libertini.....le uniche persone a cui lo sconsiglio sono le bigotte che pensano che un pompino o vedere un porno sia una cosa disdicevole :)!!!! A tutti gli altri via libera, non ve ne pentirete...